martedì 20 ottobre 2015

L'arte dello stare in prossimità dell'essere, tenersi più stretti possibili a ciò che è



Titolo questo articolo con le parole di J. Hillman sulla morte.

Quando un evento improvvisamente ci travolge nella sua totale velocità d'azione accade qualcosa di magico, immediatamente e spontaneamente re-agiamo fisica_mente senza che ci sia il tempo di formulare un pensiero lungo, profondo, articolato, frammentato e ri_costruito oppure un intenzione o un'idea specifica....  
Ho osservato come d'impulso se sta cadendo un piatto dal tavolo il mio corpo re-agisce senza avere il tempo di pensare e riesce a prendere quel piatto prima che cada a terra e si rompa in mille pezzi.
Ecco questa, in modo poco appropriato, ma a me piace, io la chiamo magia. 
In realtà è un momento o un istante che, se dovessimo osservare alla moviola, diverrebbe uno stato di beatitudine perché in quel momento non c'è coscienza attiva, non c'è pensiero formulato, esiste la sola mobilitazione di un'energia che si disperde nell'atto re_attivo.

Oggi provo a scrivere questo articolo poiché pochi giorni fa mio padre ha lasciato il suo corpo e anche se erano mesi che stava male e soprattutto negli ultimi giorni ha sofferto moltissimo la sua andata per altra dimensione mi ha colto così ... come un piatto che sta per cadere dal mio tavolo.

Nonostante abbia le mie certezze sulla vita dell'anima ed il suo viaggio, ho re_agito fisicamente con un corpo denso d'energia da disperdere nel mio spazio.

Il dolore ti assale, ti avvolge e basita non riesci neanche ad osservarlo, a formulare un pensiero o un'idea ... semplicemente è il mobilitarsi spontaneo del proprio corpo emotivo ... o mentale non appena si coglie che è vero ... papà è partito per un altro viaggio. 
Allora l'attenzione si fa forte, è come aprire d'improvviso gli occhi dopo un breve periodo al buio.
L'attenzione si mobilità sui primi colori che appaiono all'orizzonte, l'aria si fa meno rarefatta, quasi gli odori ed i profumi li senti più forti e il calore di ogni lacrima sembra che bruci la pelle del viso, le grida di un bimbo sono musica e gli occhi di mia figlia sono mare aperto e profondo denso di vita ed il battito cardiaco aumenta perché sono attenta ad ogni foglia che cade e ad ogni alito di vento, respiro il mio dolore e trovo coscienza di ciò che è accaduto ... è passato quel momento in cui il corpo ha reagito da solo ... 

I pensieri, le emozioni diventano il qui e ora sul quale lavorare, poiché non lo si è fatto prima. Già ... personalmente mi sentivo pronta a livello spirituale, mi sentivo pronta all'evento oggettivo, invece ha reagito il mio corpo emotivo e poi dopo pochi giorni quello mentale. 

E' un processo sul quale dovremmo prepararci con "attenzione" appunto. Vigilare continuamente su quanto stiamo facendo per essere accoglienti verso l'accettazione di ciò che è e di ciò che io sono.

Quando la morte si avvicina, come disse prima di morire J. Hillman, la vita cresce, ci esalta".

Ho visto negli occhi di mio padre l'essenza della sua anima, come se l'avvicinarsi della morte ci conducesse al nucleo di ciò che siamo veramente, spogliandoci di ogni orpello e illusione.
I suoi occhi meravigliosamente blu e profondi e buoni sono nel mio qui e ora, con cui lavoro silenziosamente.

Mi piace terminare questo mio scritto con le parole di J. Hillman:
«Tutti sono affamati di morte. La nostra cultura lo è. Io, qui, come vedi, ne parlo continuamente. Ma non la esprimo. Perché nella morte io sono impegnato. Non voglio uscirne, per esprimerla, per vederla o guardarla in trasparenza. Non cerco di formularla. Ogni tanto si realizza qualcosa che mi porta in un altro luogo dal quale posso osservarla. Magari anche di riflesso. Ogni sorta di cose si riflettono in questa introspezione, ma non l'attività essenziale di ciò in cui sono impegnato [ossia l'atto del morire]. Il tempo che mi dò è il qui e ora».Capisco«E' molto importante ciò che semplicemente il giorno ci dà, ogni singola cosa che si realizza durante il giorno. La persona, l'osservazione che ha fatto, l'odore dell'aria in quel momento. E queste cose hanno bisogno di accettazione, di ricognizione, di riconoscimento... Adesso non ho ancora la parola giusta. Ma trovare le parole è magnifico. Trovare la parola giusta è così importante. Le parole sono come cuscini: quando sono disposte nel modo giusto alleviano il dolore». 
Cinzia Saulini





lunedì 4 maggio 2015

Parliamo di Focusing: che cos’è?

L'esperienza è di una enorme.
Noi pensiamo più di quanto possiamo dire.
Sentiamo più di quanto possiamo pensare.
Viviamo più di quanto possiamo sentire.
E c'è ancora molto di più.
E.T. Gendlin

Il Focusing nasce grazie a Eugene Gendlin e alle sue ricerche che condusse per appurare l'efficacia delle molteplici forme terapeutiche che negli anni sessanta erano praticate negli Stati Uniti ( è stato per anni collaboratore di Carl Rogers all'Università di chicago). La sua domanda: “perchè alcune persone traggono beneficio dalla psicoterapia ed altre no?” lo portò, alla conclusione delle sue ricerche, alla consapevolezza che l’esito positivo di qualsiasi terapia dipende dal cliente anziché dal terapeuta.

giovedì 9 aprile 2015

«Questa vita è importante; la scintilla divina che è in noi va realizzata!» (Jung – estratto dal seminario sulla Psicologia del Kundalini Yoga)

Carl-Jung

«C’è una quantità di persone che non sono ancora nate. Sembra che siano qui e che camminano ma, di fatto, non sono ancora nate perché si trovano al di là di un muro di vetro, sono ancora nell’utero. Sono nel mondo soltanto provvisoriamente e presto ritorneranno al pleroma da cui hanno avuto inizio. Non hanno ancora creato un collegamento con questo mondo; sono sospesi per aria, sono nevrotici che vivono una vita provvisoria. Dicono: “Adesso sto vivendo in queste condizioni. Se i miei genitori si comportano secondo i miei desideri, ci sto. Ma se dovessero mai fare qualcosa che non mi piace, allora tiro le cuoia.” Questa, vedete, è la vita provvisoria: una vita condizionata, la vita di qualcuno che è ancora collegato al pleroma, il mondo archetipico dello splendore, da un cordone ombelicale grosso come una gomena da nave. Bene, nascere è importantissimo; si deve venire in questo mondo, altrimenti non si può realizzare il Sé, e fallisce lo scopo di questo mondo. Se questo succede, semplicemente si deve essere ributtati nel crogiuolo e nascere di nuovo. […]

mercoledì 18 febbraio 2015

Emozioni: la Rabbia

Tra le emozioni più importanti nella gestione delle nostre relazioni, ce n’è una che ci rende difficile comunicare in modo sano e distinguere quali sono i reali bisogni, sia dell’altro che i nostri. Stiamo parlando della rabbia.
Come comunicare all’altro che siamo arrabbiati? Per alcuni, me compresa finché non ho fatto il mio percorso individuale di counseling, è davvero molto difficile. I motivi possono essere molteplici: rifiuto, paure, insicurezze, ferite date o ricevute, abbandoni e molto altro. D’altro canto può risultare difficile per molti, invece, controllarla, poiché arriva come una tempesta che porta via ogni possibilità di controllo.
Comunicare al diretto interessato che siamo arrabbiati nel “giusto” modo è una di quelle cose a cui generalmente non si viene educati. Possiamo però iniziare con dei semplici esercizi ad impadronirci di una modalità che si basa innanzitutto sul rispetto reciproco e che ci permettono di entrare in un conflitto esprimendo quello che proviamo e con l’obiettivo di trovare una soluzione. Provare aiuterà di certo ad essere più consapevoli dell’emozione in arrivo e a direzionarne le energie verso una territorio più fertile. Può essere utile studiare questi esercizi o stamparli per rileggerli al momento del bisogno.

martedì 8 aprile 2014

RI-CONOSCERSI LAB.

Ri-Conoscersi è un Laboratorio Esperienziale di consapevolezza, ben-essere e ricerca della propria felicità attraverso l’incontro con le proprie risorse, la propria creatività e i desideri addormentati dalla quotidianità, dedicato alle donne di ogni età.
Il percorso è costituito da due incontri mensili da Aprile a Giugno e da Settembre a Dicembre, nei quali ogni donna avrà l’opportunità di scoprire, esplorare e mettere in atto una nuova qualità o strumento per migliorare in tutti gli aspetti della propria vita: relazioni, matrimonio, lavoro, figli. La riscoperta di se stessi diviene trampolino di lancio per una nuova partenza in ogni ambito relazionale.
“La consapevolezza e la creatività sono strumenti per l’evoluzione e la felicità.” Cinzia Saulini

ri-conoscersi - phalada

mercoledì 2 aprile 2014

Stare da soli non è sinonimo di solitudine ma ...

Imparare a stare da soli ... qual'è il significato di questa frase tanto utilizzata per parlare della solitudine?
In realtà stare bene con se stessi non ha nulla a che vedere con l'isolamento o l'assenza degli altri.
Imparare a stare con se stessi vuol dire avere una base necessaria alla nostra felicità, significa iniziare a imparare qualcosa di straordinario ... conoscersi e amarsi!

domenica 30 marzo 2014

L' ARTCOUNSELOR

Vorrei rispondere alla domanda che si pongono alcune persone quando s'imbattono nella parola Counseling o ArtCounseling. 

Ma chi è il Counselor e cosa può fare per aiutarmi?  

Certamente in queste persone, dopo la curiosità, subentra un'aspettativa che nasce dal non sapere bene qual'è il ruolo di questa figura.
Il Counselor è una guida, un agevolatore all'accesso delle risorse del Cliente, che se continuerà ad essere motivato al cambiamento durante il percorso, metterà in campo per la sua evoluzione, lo sviluppo personale e il suo ben-essere. Egli, ben lungi dal ristrutturare, compito dello Psicoterapeuta, è un sostegno e ascolta con empatia quello che il Cliente porta nel setting.
Acquisendo maggiore consapevolezza e sicurezza di sé, il cliente può, dopo una momentanea empasse o difficoltà, trovare soluzioni e prendere decisioni. 

domenica 2 febbraio 2014

L' Assertività

Cos’è l’Assertività?
Iniziamo dal significato: la parola assertività significa affermare, sostenere e deriva dal latino asserere. Quindi l’assertività è una caratteristica del comportamento umano che consiste nell’autoaffermazione di sè cioè la capacità di esprimersi e comportarsi nel pieno rispetto di se stessi e degli altri.
Secondo gli psicologi statunitensi Alberti ed Emmons, si definisce come «un comportamento che permette a una persona di agire nel suo pieno interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i suoi diritti senza ignorare quelli altrui».

martedì 31 dicembre 2013

Il Tempo è Arte

Il Tempo è Arte

E' un  percorso che ho ideato nel desiderio di ripartire dal concetto di #tempo così come ci è stato insegnato per arrivare, attraverso la conoscenza della simbologia ad esso dedicata, alla #consapevolezza per mezzo del sentiero che porta al centro del proprio "tempo creativo" e del proprio spazio "sacro" interiore.

La relazione che nasce tra ArtCounselor e il “luogo sacro dell’incontro” è come un #mandala all'interno del quale ognuno può percorrere il proprio viaggio di vita-morte-rinascita dove il tempo dell'arte e lo spazio interno danno la direzione alla scoperta dei propri #talenti, della propria #espressività, del fare insieme essendo se stessi in un cerchio non giudicante e accogliente.

Coloro che sperimentano questo laboratorio hanno modo di ricontattare ed esplorare parti nascoste dal "tempo", scoprire e dare una direzione o una definizione ai contenuti del tempo in "creazione".

Il Laboratorio ha la durata di un'ora e mezza.